Il sole riconosciuto come un prezioso alleato per prevenire l’osteoporosi.
Il sole è annoverato da sempre tra i simboli più importanti della vita. Lo sapevano bene gli antichi, che tra mitologia e leggenda, cominciarono ad esserne affascinati, studiandone gli effetti sul ciclo vitale di uomini, animali e piante. Gli Egizi ne fecero addirittura una divinità da venerare e rispettare, per la salvaguardia della loro stessa civiltà.
Un rapporto, quello tra gli uomini e il sole che da sempre si è protratto nei secoli fino ai nostri giorni. Ad oggi, infatti quantificare i benefici che la scienza ha individuato nella “nostra” stella sono davvero tanti.
L’esposizione al sole può infatti aiutare nella guarigione da psoriasi (malattia della pelle), aiuta a sciogliere i muscoli e ad aumentare le difese immunitarie.
Ma il sole riesce ad avere effetti positivi anche sulla psiche umana: i bagni di luce sono un’ottima cura all’ansia, allo stress quotidiano e perfino alla depressione.
Nella lunga lista di questi benefici, un posto importante è occupato da quelli che i raggi solari apportano all’apparato scheletrico, nel contrasto ad alcune condizioni patologiche come l’osteoporosi.
Quest’ultima è una malattia sistemica caratterizzata da un progressivo deterioramento della massa ossea e delle relative microarchitetture. Determina un aumento della predisposizione a fratture maggiormente localizzate nell’anca, nella colonna vertebrale e al polso, con maggiore incidenza sul corpo femminile rispetto a quello maschile.
Spesso, l’insorgere di malattie all’apparato scheletrico è connessa alla carenza di vitamina D: si tratta di una sostanza fondamentale per la salute del nostro sistema immunitario e, soprattutto, per quella delle nostre ossa. Nel caso in cui si necessitino “rinforzi”, tale vitamina può essere assunta tramite l’alimentazione (cibi come sgombro, tonno, anguilla, gamberi, formaggi grassi, tuorlo d’uovo e carne di fegato) o mediante integratori.
Ma è l’esposizione al sole che può fare la differenza questa infatti ha il potere di indurre all’assorbimento della stessa vitamina D, aiutando a compensare le relative carenze.
Gli specialisti sostengono infatti che anche soltanto venti minuti al giorno passati sotto i raggi del sole, specie se fatto in maniera protetta e durante la bella stagione, possono davvero fare la differenza nel contrasto alle malattie scheletriche.







